Il clandestino

Mario Tobino

Nel romanzo autobiografico vengono narrate le vicende che seguono la caduta del fascismo dopo il 23 luglio 1943, l’armistizio, l’occupazione tedesca, l’inizio della lotta partigiana vissuti in un immaginario paese della Versilia: i drammi e le atrocità, le ansie e le passioni, le sconfitte e i successi di un gruppo di uomini che combatté in nome di idee e valori in cui credette.
Meditato e composto fin dall’immediato dopoguerra, nel 1946, ma terminato solo nel 1961 e dato alle stampe l’anno dopo, Il clandestino è frutto del lungo sforzo morale e artistico tentato da Tobino per dare un affresco della propria generazione, combattere la personale battaglia contro il fascismo, denunciare le atrocità della guerra e rievocare il momento in cui rinacquero “l’amore e la fratellanza tra gli uomini”.
Vengono qui raccontate le vicissitudini degli antifascisti viareggini nella fatale estate del 1943. Nel fitto alternarsi di vicende e di personaggi – intellettuali e popolani, borghesi, sgherri e bel mondo – Tobino fa rivivere una stagione di rischi e di fervore, con i colori della verità e l’accento, ora giudicante, ora umanamente accorato, del testimone.