L'anonimo lombardo

Alberto Arbasino

A una ‘prima’ della Scala che sarebbe poi diventata storica e mitica – Medea con la Callas, 10 dicembre 1953 – un giovane studente neoclassico e romantico (come Bellini e Leopardi) incontra di sorpresa l’Amore. E decide subito di viverlo e scriverlo sotto forma di Romanzo. Ma dietro le riverite ombre dell’Ingegner Gadda e dell’Abate Parini sono in agguato molteplici tentazioni narrative: racconto epistolare, romanzo-saggio, romanzo del o nel romanzo, melodramma, confessione, opera buffa, un po’ di Poesia? Grande tradizione europea, o avanguardia sperimentale? Iper-letteratura sofisticatissima, o libretto Kitsch per cantanti cult di scapestrati adolescenti? E come si procede col sex, nei profondi anni Cinquanta? Complessi, lamenti, qualità o quantità?
Si riapre così, in una Milano-fantasma ricca di percorsi e avventure, un famoso conflitto fra gli ironici illuminismi dalla testa fredda e i romanticismi già decadenti col cuore impetuoso in mano. Spasimi erotici deliranti, e una passione letteraria assoluta; in un coro di centinaia d’autori che intervengono direttamente nella trama con sorprendenti citazioni illustri o ridicole.