Cinque storie ferraresi

Giorgio Bassani

In comune le “cinque storie” hanno una sorta di dolente consapevolezza e l’ambientazione indimenticabile: Ferrara, cittadina di provincia che qui assurge a simbolo di un’intera nazione, avvolta dal pesante panneggio scuro del fascismo. Bassani ci porta nell’animo di questa gente, “per il resto, quasi sempre per bene”: la ragazza madre Lida Mantovani; il dottor Elia Corcos in perenne scontro con la moglie; il sopravvissuto al lager Geo Josz; la vecchia socialista Clelia Trotti, lasciata morire in carcere… Storie diverse eppure vicine, accomunate dalla difficoltà con la quale i protagonisti si adattano a una provincia italiana che da un lato consola, dall’altro respinge qualunque cosa non le sia propria. Persone comprese. L’autore sottopose, nel corso dei decenni, i racconti a moltissime variazioni e ulteriori riscritture, destinate a confluire, secondo la sua volontà, alla loro sistemazione definitiva nel Romanzo di Ferrara, apparso nel 1980 – nel quale le storie ferraresi compaiono come prima parte col titolo Dentro le mura. Le Cinque storie ferraresi uscirono dapprima sulla rivista di cultura Botteghe Oscure, a eccezione del racconto Lida Mantovani, il cui primo abbozzo risale al 1937 e fu pubblicato nel primo libro di Bassani, Una città di pianura, nel 1940. L’edizione del 1956 è generalmente considerata la migliore fra tutte le varianti.