Non ti muovere

Margaret Mazzantini

Una giornata di pioggia e di uccelli che sporcano le strade, uno stop non rispettato, una ragazza di quindici anni che frena, scivola e cade dal motorino. Una corsa in ambulanza verso l’ospedale. Lo stesso in cui il padre lavora come chirurgo. È lui che racconta in presa diretta l’accerchiamento terribile e minuzioso del destino. È lo sgretolamento totale, il disfacimento della maschera di fermezza e cinismo, è lo strappo del pianto davanti al collega neurochirurgo che si assume la responsabilità dell’intervento. Timoteo, il padre, rimane in attesa, immobile nella sua casacca verde, in un salotto attiguo alla camera operatoria. E proprio in questa attesa, gelata dal timore di un evento estremo, quest’uomo, che da anni sembra essersi accomodato nella sua quieta esistenza di stimato professionista, di tiepido marito di una brillante giornalista, di padre distratto di un’adolescente come tante, è di colpo messo a nudo, scorticato, costretto a raccontarsi una verità che gli restituisce un’immagine di sé straniata e violenta. Parla a sua figlia, Angela, parla a sé stesso nel silenzio che lo circonda. Rivela un segreto doloroso, che sembrava sbiadito dal tempo, e che invece torna vivido. Ecco apparire un’estate arroventata di tanti anni prima, una squallida periferia urbana, una donna docile e derelitta, con un nome spropositato, Italia. Con precisione chirurgica Timoteo rivela ora alla figlia gli scompensi della sua vita, del suo cuore, in un viaggio all’indietro nelle stazioni interiori di una passione amorosa che lo ha trascinato lontano dalla propria identità borghese, verso un altro sé stesso disarmato e osceno.