Ninfa plebea

Domenico Rea

Nella mitica Nofi di tanti racconti di Rea, nel remoto medioevo degli anni precedenti l’ultima guerra mondiale, in un umile basso del miserabile quartiere del Bùvero, ha inizio l’educazione sentimentale di Miluzza, l’adolescente poco più che bambina, protagonista di questo romanzo. Disgrazie della virtù e fortune del vizio, in un pezzo di mondo fra paradiso e inferno perduto, incrociano trappole sul suo impervio cammino. Ma Miluzza, che è pura vita, puro istinto, puro candore alla deriva, le attraversa tutte con intrepida innocenza. Narrandoci la storia di Miluzza, e il formicolare di esistenze che le ruotano attorno come satelliti di un astro solitario, Rea spalanca una porta nascosta sul passato italiano che si vorrebbe censurare. Ne scruta ogni angolo, fruga nella corporeità debordante di ogni atomo, di ogni parola, solleva con impietosa pietas i veli tessuti in così pochi anni da una memoria fraudolenta. Un breve ma poderoso affresco: il ritratto veridico di un’epoca e di un mondo.