La chimera

Sebastiano Vassalli

Zardino non esiste più. Era un tempo un villaggio sulle rive del fiume Sesia, cancellato da un evento misterioso. Oltre quel nulla di oggi c’è la storia di una ragazza, Antonia, che visse tra il 1590 e il 1610, c’è un teatrino di figure che si muovono attorno a lei: a lei che fu “la strega di Zardino” , che subì a Novara un processo e una condanna. Dalla nebbia riemergono, come ombre in controluce, il vescovo Bascapè, il bandito Cavagna, gli schiavi delle risaie, i bambini abbandonati e destinati a una vita di umiliazione nelle case di carità, i “camminanti”, anarchici delle campagne, Biagio lo scemo… Infine, da questa giostra ora malinconica ora terribile come una roulette russa, si staglia un orizzonte ampio e nitido, una cartolina dai colori scintillanti, al cui fondo si innalza, come una chimera, un colosso di granito e di ghiaccio, il Monte Rosa.