La vita ingenua

Vittorio Gorresio

Con l’appoggio di ricordi personali, memorie e documenti conservati per due secoli di generazione in generazione, l’ultimo discendente di una vecchia famiglia piemontese – tipica per la sua composizione, tutti militari o ecclesiastici dal Settecento in poi – ricostruisce una storia, tratteggia un ambiente, raffigura un costume: ingenuo, nel senso, antico della parola, e vale a dire nobile. È l’esperienza di una famiglia realmente esistita, rappresentata da personaggi autentici i quali hanno avuto una loro onesta piccola parte nella vita italiana, in pace e in guerra. Vittorio Gorresio rivisita i luoghi, rievoca i tempi dei suoi, ne rimedita gli esempi e gli insegnamenti. È stato coinvolto nella loro stessa vicenda fin dagli anni della grande guerra – che furono gli anni della sua infanzia – e poi attraverso il fascismo, la seconda guerra mondiale e la sconfitta italiana, è giunto a vedere un’età nuova, tutta diversa da quella che era stata congeniale alla vecchia famiglia. La sua personale esperienza si intreccia con l’esperienza dei suoi famigliari, così come la vicenda della famiglia si inserisce in quella del paese e la rispecchia esemplarmente. C’è della storia vissuta, ci sono eventi politici, momenti di crisi, drammi individuali e collettivi: ciononostante, non si tratta di un libro politico né di un saggio di storia. Quanto piuttosto di un racconto di assai largo respiro del quale gli elementi autobiografici sono il tessuto connettivo. L’autore è l’Io narrante, distaccato e partecipe allo stesso tempo, capace di ironie e di paradossi ma non per questo insensibile a emozioni e commozioni. Una sottile melanconia pervade il libro rendendolo umanissimo, ne garantisce la sincerità e dà un senso speciale al valore di testimonianza che esso ha.