La chiave a stella

Primo Levi

Faussone, detto Tino, il protagonista di questa «opera prima» di Primo Levi, ovvero del suo primo romanzo d’invenzione, è un operaio specializzato che si lascia alle spalle la dura esperienza della catena di montaggio alla Lancia e gira per il mondo a montare gru, ponti sospesi, strutture metalliche, impianti petroliferi. Un tecnico di grande perizia, tanto da essere chiamato a realizzare progetti difficilissimi in tutti i continenti, caratterizzato dall’appassionata competenza professionale, per cui ogni avventura è anche la storia di una perfomance tecnica, una battaglia con i materiali e con le condizioni dell’ambiente. Ma non solo, egli si pasce della vita picaresca che conduce da giramondo, con piglio divertito nell’affrontare ogni avventura cosmopolita già pregustando il piacere di raccontarla ai compaesani, di trasformarla in dialogo e in gergo.
Il romanzo ci racconta così la sua vita e il suo lavoro: una sorta di Odissea moderna con protagonista una specie di Ulisse che dall’India alla Russia, dall’Alaska all’Africa offre agli altri la sua voglia di fare. La tecnologia più ardita ci arriva attraverso la voce scanzonata di questo uomo dalle radici locali ben tenaci, che non si tira mai indietro di fronte al nuovo e all’insolito.