Piero Chiara nasce nel 1913 a Luino da padre siciliano emigrato al Nord come funzionario di dogana. Studia in diversi collegi fra Intra e Verona e nel 1929, dopo varie disavventure scolastiche, consegue il diploma superiore da privatista.

Viaggia intensamente fra Roma, Napoli, Nizza e Lione svolgendo i mestieri più vari. Nel 1931 vince un concorso nell’amministrazione giudiziaria e, dopo alcuni trasferimenti iniziali, si stabilisce a Varese. Un mandato di cattura del Tribunale Speciale Fascista lo costringe, nel 1944, a rifugiarsi in Svizzera, dove si trattiene anche dopo la Liberazione, insegnando storia e filosofia nel Liceo italiano di Zugerberg. Qui pubblica la sua prima raccolta di poesie intitolata Incantavi (1945). A Lugano escono poi le prose di viaggio Itinerario svizzero (1950). Tornato in Italia, inizia a collaborare con «Paragone», «Il Caffè» e, dal 1968, col «Corriere della Sera». Nel 1959 è pubblicata la seconda raccolta di racconti Dolore del tempo e, pochi anni dopo, appare, nella collana Mondadori «Il Tornasole» diretta da Vittorio Sereni, il suo primo romanzo Il piatto piange (1962), rievocazione delle vicende di un gruppo di giocatori da caffè a Luino negli anni Trenta. Seguono quindi le opere più note: La superstizione (1964, selezione premio Campiello), Con la faccia per terra e altre storie (1965), Il balordo (1967, premio Bagutta), L’uovo al cianuro e altre storie (1969), I giovedì della signora Giulia (1970), La stanza del vescovo (1976), Il cappotto di astrakan (1978), Una spina nel cuore (1979), Vedrò Singapore? (1981), Saluti notturni dal Passo della Cisa (1987). La sua intensa attività pubblicistica è testimoniata dalla silloge di elzeviri apparsi sul «Corriere della Sera» (40 Storie, 1983) e da altri interventi ripubblicati in Sale e tabacchi. Appunti di varia umanità e di fortuite amenità scritti nottetempo (1989).

Accanto all’attività letteraria e pubblicistica, va ricordata anche quella di saggista e traduttore. Si vedano l’antologia poetica curata con Luciano Erba Quarta generazione (1954), la traduzione del Satyricon di Petronio (1969), l’edizione degli scritti di Casanova (1964-69), il commento al Decameron (1976) e la Vita di Gabriele d’Annunzio (1978).

Muore a Varese nel 1986.

Dopo la sua morte è stato pubblicato l’epistolario con Vittorio Sereni a cura di F. Roncoroni (Lettere 1946-1980, Benincasa 1993).