Giovanni Testori nasce a Novate Milanese nel 1923. Si laurea in Filosofia all’università Cattolica nel 1947 con una tesi sull’estetica nell’arte moderna; proprio durante gli anni universitari si interessa di arte collaborando ad alcune riviste dei GUF ed entra in contatto coi pittori di «Corrente », Guttuso, Morlotti e Cassinari. Nel 1951 incontra Roberto Longhi diventandone l’allievo prediletto e l’anno successivo inizia a pubblicare su «Paragone» saggi su pittori lombardi e piemontesi del Cinque-Seicento. Quest’attività di ricerca è accompagnata anche da una fervente organizzazione di mostre e curatele di cataloghi, a Milano, a Torino e a Vercelli.

Il 1954 segna invece l’esordio letterario: Vittorini pubblica nella collana einaudiana dei «Gettoni» il romanzo breve Il dio di Roserio, poi confluito nella raccolta Il ponte della Ghisolfa (1958). Assieme a La Gilda del Mac Mahon (1959), alle commedie La Maria Brasca (1960) e L’Arialda (1960) e al romanzo Il fabbricone (1961) formerà il ciclo «I segreti di Milano». Il testo delle due commedie attira da subito l’attenzione di registi come Luchino Visconti e Mario Missiroli (che porteranno in scena rispettivamente L’Arialda e La Maria Brasca), mentre i racconti de Il ponte della Ghisolfa ispirano lo stesso Visconti per il suo Rocco e i suoi fratelli.

L’ambiente teatrale milanese raccolto attorno a Strehler e la Compagnia dell’Arca di Forlì spingono Testori a continuare su questa strada e nel 1967 esce La Monaca di Monza, seguito da Erodiade (1969), L’Ambleto (1972), Macbetto (1974), Edipus (1977), Conversazione con la morte (1978), Interrogatorio a Maria (1979), I Promessi sposi alla prova (1984), Post-Hamlet (1983), Confiteor (1985), In exitu (1988). Significativa anche la produzione poetica: I trionfi (1965), Crocifissione (1966), In trigesimo (1966), L’amore (1968), Per sempre (1970), Nel tuo sangue (1973), Ossa mea (1983) e Diademata (1986). Nel 1974 pubblica il romanzo La cattedrale e dall’anno successivo scrive sulle colonne del «Corriere della Sera (una raccolta dei suoi articoli vede la luce nel 1982 col titolo La maestà della vita). Testori è anche pittore e va ricordata la sua prima personale alla Galleria Galatea di Torino nel 1971.

Muore a Milano nel 1993.

Postumi sono stati pubblicati: nel 1994 i monologhi teatrali Tre lai (Cleopatràs, Erodiàs, Mater strangosciàs); nel 1995, Nebbia al Giambellino, ultimo romanzo del ciclo «I segreti di Milano»; nello stesso anno, La realtà della pittura, a cura di Pietro Marani, che raccoglie gli scritti di storia e critica d’arte.