Beppe Fenoglio nasce ad Alba nel 1922. Dopo il liceo classico, s’iscrive alla facoltà di Lettere dell’ateneo torinese, senza però conseguire mai la laurea. L’8 settembre 1943 si trova a Roma al corso allievi ufficiali e rientra prontamente in Piemonte, dove prende parte alla guerra partigiana nelle Langhe. Nel dopoguerra, lavora come agente di un’azienda vinicola.

Nonostante la feconda vena creativa, le uniche opere pubblicate dall’autore sono i racconti de I ventitré giorni della città di Alba (1952, nella collana einaudiana dei «Gettoni»), La malora (1954), il romanzo Primavera di bellezza (1959) e il racconto breve Ma il mio amore è Paco, apparso su «Paragone» nel 1962. A questi vanno aggiunti una fortunata traduzione della Ballata del vecchio marinaio di Coleridge (1964) e i racconti pubblicati postumi col titolo Un giorno di fuoco (1963). Alla sua morte però, molti si interessano del ricco fondo manoscritto e nel 1968 Lorenzo Mondo cura l’edizione di un romanzo incompiuto a cui assegna il titolo de Il partigiano Johnny. Seguono quindi La paga del sabato (1969, a cura di M. Corti), i racconti di Un Fenoglio alla prima guerra mondiale (1974), una riduzione teatrale di Cime tempestose intitolata La voce nella tempesta (1974) e Il vento nei salici (1982), traduzione di un testo di K. Grahame.

Muore a Torino nel 1963.

L’edizione critica delle opere di Fenoglio è stata raccolta in tre volumi diretti da M. Corti (Einaudi, 1978).