Carlo Emilio Gadda nasce a Milano nel 1893 da una famiglia di industriali della seta. Frequenta il «Parini» e si diploma nel 1912. S’iscrive quindi al Politecnico per seguire i corsi d’ingegneria industriale elettrotecnica, ma nel 1915 parte volontario per il fronte come alpino. Fatto prigioniero, è richiuso nei campi di concentramento di Rastatt e Celle, dove conosce Ugo Betti e Bonaventura Tecchi. Rientra a Milano nel 1919 e l’anno successivo si laurea in ingegneria. La carriera professionale lo porta prima in Sardegna, poi in Argentina (1922-24) e quindi, dal 1925 al 1931, a Roma, in Lorena e nella Ruhr.

Intanto nel 1921 s’iscrive al Partito Fascista e inizia a frequentare i corsi di filosofia dell’Accademia Scientifico-Letteraria milanese, trasferendosi qualche anno dopo alla Statale, attratto dalle lezioni di Martinetti. Nel biennio 1924-1925 insegna matematica e fisica al «Parini» e compone Racconto italiano di ignoto del novecento (pubblicato postumo a cura di D. Isella nel 1983) per un concorso letterario bandito dalla Mondadori.

Su segnalazione di Tecchi, inizia a collaborare con «Solaria», dove, nel 1927, pubblica Apologia manzoniana. Il vero esordio letterario risale però al 1931, quando, abbandonata definitivamente la professione d’ingegnere, pubblica la raccolta di prose La Madonna dei filosofi, alla quale segue Il castello di Udine (1934, Premio Bagutta). Negli anni seguenti, collabora attivamente a «Paragone», «Primato» e «Letteratura»; su quest’ultima pubblica una prima stesura della Cognizione del dolore (1936), poi accresciuta e rivista nel 1963 (con un’introduzione di Contini e il dialogo L’editore chiede venia del recupero chiamando in causa l’autore) e ancora nel 1970. Dal 1940 al 1950, Gadda si trasferisce a Firenze, dove conosce e frequenta Contini, Saba, Longhi, Carlo Bo; con Bonsanti, Montale e Loria fonda nel 1945 «Il Mondo». A questo periodo appartiene la raccolta di saggi e articoli Gli anni (1943; ma già preceduta nel 1939 da Le meraviglie dell’Italia) e i racconti de L’Adalgisa. Disegni milanesi (1944). Nel 1950 lascia Firenze per Roma, dove è assunto come giornalista praticante alla RAI; due anni dopo è assegnato al terzo canale radiofonico, ma nel 1955 rassegna le dimissioni. Pubblica Primo libro delle favole (1952), Novelle dal Ducato in fiamme (1953, Premio Viareggio), Giornale di guerra e di prigionia (1955) e Quer pasticciaccio brutto de via Merulana (1957, ma già apparso in una prima stesura su «Letteratura » tra il 1946 e il 1947). Seguono quindi Verso la Certosa (1961), I racconti. Accoppiamenti giudiziosi (1963), il romanzo incompiuto La Meccanica (1970, ma composto nel 1928-29), i saggi I viaggi – La morte (1958), I Luigi di Francia (1964), Eros e Priapo. Da furore a cenere (1967) e lo studio su Foscolo Il guerriero, l’amazzone, lo spirito della poesia nel verso immortale del Foscolo (1967).

Muore a Roma nel 1973.

D. Isella ha curato un’edizione completa delle Opere (Garzanti 1988-1993).