Silvio D’Arzo (pseudonimo di Ezio Comparoni, ma preceduto da molti altri: Andrea Colli, Oreste Nasi, Sandro Nedi) nasce a Reggio Emilia nel 1920.

Ancora al liceo, si appassiona alla letteratura e pubblica, non senza difficoltà, una raccolta di opere in prosa col titolo Maschere, racconti di paese e di città (1935) e le poesie di Luci e penombre (1935). Nel 1941 si laurea in Lettere a Bologna, discutendo una tesi di glottologia con Francesco Flora. Si dedica quindi all’insegnamento nella sua città natale, ma l’anno successivo è chiamato alle armi. Esce intanto il romanzo All’insegna del Buon Corsiero (1942). Nel dopoguerra collabora con «Il Contemporaneo» e «Paragone», ma una morte prematura interrompe bruscamente la sua carriera letteraria nel 1952. L’ingente lascito inedito ha però consentito di perpetuarne l’opera. Di lì a poco sono infatti pubblicati Casa d’altri (1953), seconda versione di un racconto lungo apparso su «L’Illustrazione italiana» nel 1948, Nostro lunedì. Racconti Poesie Saggi (1960) e Essi pensano ad altro (1976). Seguono quindi i racconti per ragazzi Il pinguino senza frac (1978), Penny Wirton e sua madre (1978) e Tolly in prigione (1983). Fra gli scritti pubblicati in tempi più recenti, si segnalano L’uomo che cammina per le strade (1993), Un ragazzo d’altri tempi (1994), L’aria della sera e altri racconti (1995) e L’osteria (1998). Nel 2003, a cura di S. Costanzi, E. Orlandini e A. Sebastiani, è pubblicata la raccolta completa delle opere (Monte Università Parma).