Carlo Levi nasce a Torino nel 1902. Frequenta il liceo classico e nel 1917 si iscrive alla facoltà di Medicina dell’ateneo torinese. Gli anni universitari lo vedono membro attivo del gruppo gobettiano riunito attorno alla rivista «La Rivoluzione liberale», con la quale inizia a collaborare nei primi anni Venti. Nel 1924 si laurea in Medicina; nello stesso anno, seguendo le orme paterne, esordisce come pittore esponendo alla Biennale di Venezia, avviando così un’intensa attività artistica inizialmente orientata dalla profonda amicizia con il pittore Felice Casorati.

Parallelamente all’impegno in campo pittorico continua a portare avanti quello in campo politico: coordinatore del gruppo torinese di «Giustizia e Libertà», nel 1934 è arrestato per sospetto antifascismo. L’anno successivo è condannato a tre anni di confino da scontarsi in Lucania, ad Aliano. Ottenuta la liberazione, ripara in Francia e torna in Italia solo nel 1941, per animare l’azione antifascista del Partito d’Azione a Firenze, venendo nuovamente arrestato nel 1943. Liberato dal carcere, vive nascosto per sfuggire ai tedeschi e negli ultimi anni della guerra si dedica alla stesura di Cristo si è fermato a Eboli, che viene pubblicato nel 1945. Subito dopo la Liberazione, intanto, assume la carica di condirettore de «La Nazione del popolo», organo del CLN toscano, quindi la direzione de «L’Italia libera», testata nazionale del Partito d’Azione, che tiene sino allo scioglimento del partito nel gennaio 1946. In quello stesso anno esce il saggio Paura della libertà, seguito da L’Orologio (1950) e Le parole sono pietre (1955, Premio Viareggio). La passione per i viaggi e le inchieste stimolano invece la pubblicazione del reportage Contadini in Calabria (apparso su «L’Illustrazione italiana» nel 1953 e poi postumo in volume nel 1975) e dei libri di viaggio Il futuro ha un cuore antico (1956) sull’Unione Sovietica, La doppia notte dei tigli (1959) sulla Germania e Un volto che ci somiglia. Ritratto dell’Italia (1960). Nel 1958 si candida alle elezioni politiche nelle fila del PSI, ma solo nel 1963 è eletto senatore, questa volta come indipendente nelle liste del PCI. Nel 1964 esce Tutto il miele è finito, resoconto di un viaggio in Sardegna, e nove anni dopo, benché costretto in ospedale in condizioni di cecità, compone quello che postumo s’intitolerà Quaderno a cancelli (1979). Poco prima di morire gli è dedicata una grande personale a Palazzo Te a Mantova, dove sono esposte circa duecento opere realizzate fra il 1922 e il 1974. Nel dicembre dello stesso anno compie l’ultima visita in Lucania.

Muore a Roma nel 1975.

A cura di G. De Donato esce postumo Carteggio deimiti. Scritti contemporanei 1922-1974 (1975), un’antologia di scritti anche inediti. Più recentemente, sono state pubblicate alcune poesie (Mancosu, 1993) e una selezione di lettere dal carcere (Il Melangolo, 1991). Nel 2005 si conclude la meritoria fatica della Fondazione Levi di raccogliere tutti gli inediti di Carlo Levi pubblicati dall’editore Donzelli: la collana si apre con il volume intitolato Le mille patrie (panorama su uomini, fatti e paesi d’Italia), a cui seguono Lo specchio (scritti di critica d’arte), Prima e dopo le parole (scritti e discorsi di teoria e critica letteraria), Roma fuggitiva, Le tracce della memoria, Un dolente amore per la vita (conversazioni radiofoniche e interviste), Il pianeta senza confini (i reportages dei suoi viaggi nel mondo) e Le ragioni dei topi, un delizioso racconto sui suoi animali: dal barbagianni, alla tartaruga, ai topi che si svelavano nella casa di Villa StrohlFern a Roma, durante la notte. La collana si conclude con il volume Il dovere dei tempi (prose politiche e civili), che raccoglie gli scritti per la «Rivoluzione Liberale» di Gobetti e per i «Quaderni di Giustizia e Libertà», gli editoriali pubblicati su «La Nazione del Popolo» e «L’Italia libera» dal ’44 al ’46 dopo la fine della guerra, saggi e incontri degli anni successivi comparsi sul settimanale «ABC» fondato negli anni ’60 da Gaetano Baldacci, i discorsi parlamentari e altre prose politiche e civili.