L’ingresso di Ernesto Ferraro nell’editoria è avvenuto nel 1963, quando ha iniziato a lavorare per Einaudi, diventandone direttore letterario alla fine degli anni Settanta, quindi direttore editoriale (1984-89). Ha lavorato anche per Boringhieri, Garzanti, Mondadori. Direttore editoriale del Salone Internazionale del libro di Torino dal 1998 al 2016, è stato vicepresidente del Centro internazionale di studi Primo Levi e collaboratore de «La Stampa». Ha esordito nella saggistica interessandosi di linguistica (I gerghi del male dal ’400 a oggi, 1972, poi aggiornato e ampliato nel Dizionario storico dei gerghi italiani, 1991) e critica letteraria (Carlo Emilio Gadda, 1972; Album Calvino, 1995; Vita di Lalla Romano raccontata da lei medesima, 2006). Cervo bianco (1980) ha segnato il suo debutto narrativo; il romanzo è stato completamente riscritto e pubblicato, nel 2001, con il titolo L’anno indiano. Nel 2000 è uscito il pluripremiato N. (Premio Strega, Premio Alassio), trasposto sul grande schermo da Paolo Virzì con (Io e Napoleone) nel 2006. I suoi libri più recenti sono L’ottavo nano (2004), I migliori anni della nostra vita (2005), La misteriosa storia del papiro di Artemidoro (2006), Disegnare il vento. L’ultimo viaggio del capitano Salgari (2011), Storia di Quirina, di una talpa e di un orto di montagna (2014), Napoleone e i libri (2015), nel 2019 Amarcord bianconero e Francesco e il SultanoNapoleone in venti parole (2021) e la biografia di Calvino Italo (2023).