Dacia Maraini nasce a Fiesole (Firenze) nel 1936. Esordisce in narrativa con il romanzo La vacanza (1962), subito seguito da L’età del malessere (1963, Premio Formentor), dall’antologia poetica Crudeltà all’aria aperta (1966) e A memoria (1967). Dopo la fine del matrimonio col pittore milanese Lucio Pozzi, conosce Alberto Moravia, al quale resterà legata sino agli anni Settanta, compiendo con lui numerosissimi viaggi in Oriente e in Africa. Ritorna alla narrativa con i racconti Mio marito (1968) e i romanzi Memorie di una ladra (1972), Storia di Piera (1980), Il treno per Helsinki (1984), Isolina (1985, Premio Fregene), La lunga vita di Marianna Ucrìa (1990, Premio Supercampiello) e Bagheria (1993). Quest’intensa produzione è inframezzata da alcune raccolte di poesie, fra le quali Mangiami pure (1978), Dimenticato di dimenticare (1982), Viaggiando con passo di volpe (2001) e dalle opere teatrali Il ricatto a teatro e altre commedie (1970), Dialogo di una prostituta con un suo cliente (1978), Lezioni d’amore e altre commedie (1982).
Di più recente produzione sono: Buio (1999, qui presentato), La nave per Kobe (2001), Colomba (2004), Il gioco dell’universo (2007), Il treno dell’ultima notte (2008), La grande festa (2011), La bambina e il sognatore (2015), Corpo felice. Storia di donne, rivoluzioni e un figlio che se ne va (2018) e Trio. Storia di due amiche, un uomo e la peste a Messina (2020). Testimonianze dell’attività saggistica sono, tra gli altri, il saggio su Madame Bovary di Flaubert intitolato Cercando Emma (1993), il saggio sulla maternità Un clandestino a bordo (1996), La scuola ci salverà (2021), Caro Pier Paolo (2022), ricordo dell’amico Pasolini a cent’anni dalla nascita, e In nome di Ipazia: riflessioni sul destino femminile (2023).