Goliarda Sapienza nasce a Catania nel 1924 da una famiglia di militanti socialisti. Il padre era un noto avvocato mentre la madre Maria Giudice - sindacalista e segretaria della Camera del Lavoro di Torino durante la Grande guerra - dirigeva il «Grido del popolo», presso cui lavorava Antonio Gramsci che ne sarebbe diventato direttore dopo l’arresto e la condanna della Giudice. Il clima politico e l’ambiente familiare impongono alla figlia un’educazione privata lontana dalle scuole di regime; nel 1941 Goliarda vince una borsa di studio all’Accademia d’arte drammatica di Roma, trasferendosi definitivamente nella capitale.

Inizia quindi una importante carriera di attrice, riscuotendo successo, tra gli altri, per alcuni ruoli pirandelliani (celebre la parte di Ersilia Drei in Vestire gli ignudi) e recitando anche per il cinema (con Alessandro Blasetti, Luchino Visconti e Citto Maselli). Sul finire degli anni Cinquanta abbandona la recitazione avvicinandosi alla letteratura. Esordisce nel 1967 con Lettera aperta, primo romanzo di un ciclo autobiografico che si conclude nel 1987 con Le certezze del dubbio e al quale appartengono Il filo di mezzogiorno (1969) e  L’Università di Rebibbia (1983). L’Arte della gioia, steso fra il 1967 e il 1976, viene pubblicato in edizione parziale nel 1994 e integralmente, postumo, nel 1998. Tradotto recentissimamente in francese e in tedesco ha ottenuto uno straordinario,  particolare successo.

Muore a Gaeta nel 1996.

Degli scritti inediti lasciati, sono stati recentemente dati alle stampe alcuni racconti col titolo Destino coatto (2002).